Realtà imprenditoriale:
DON Il Candito Siciliano
Dal soggiorno, non proprio felice, nella comunità di San Patrignano, Nino, decide di fare tesoro di quel percorso di rieducazione e far fruttare la sua esperienza per produrre il Candito più buono d’Italia. Non sono necessarie tante parole, “Don” rappresenta la storia di chi ce l’ha fatta. Una start-up che non nasce solo da una giusta intuizione, ma rappresenta la volontà di emergere dalla sofferenza e diventa frutto di sacrificio, dedizione, ma soprattutto amore. Si perché proprio l’amore è l’ingrediente segreto di questa meraviglia per il palato. Lunedì 23 Ottobre, presso l’aula Magna del Collegio S.Ignazio, si è svolto un incontro con Nino Modica e Belkis Guerra, i quali hanno condiviso con i ragazzi del liceo, la loro esperienza. Punto di forza del loro prodotto è la selezione accurata delle materie prime e la lavorazione artigianale. Il progetto svoltosi, rientrava nel più grande programma ministeriale relativo al PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e alla didattica orientativa, e più nello specifico faceva riferimento ad programma di educazione imprenditoriale nella scuola superiore. Questo modo di intendere le esperienze, comporta un capovolgimento delle tradizionali modalità di insegnamento, riprogettando la didattica a partire dalle competenze trasversali così come descritte nella Raccomandazione del Consiglio del Parlamento Europeo del 22 maggio 2018, ossia nello sviluppo di attività imprenditoriali così come effettivamente presenti nella realtà, naturalmente con l’apporto fondamentale del territorio (aziende, enti culturali, centri di ricerca etc.). In linea con il tema dell’anno della Fondazione Gesuiti Educazione, ”uomini e donne per gli altri” una delle realtà imprenditoriali selezionate è stata proprio quella di Nino Modica. “Don”, antico soprannome siciliano simbolo di rispetto, rappresenta l’obiettivo di questo laboratorio artigianale: l’orgoglio di essere siciliani e trasmettere tali valori in giro per il mondo, attraverso uno dei mezzi che più unisce la nostra regione, ovvero, il cibo. Arance, Limoni, Cedri e Mandarini sono solo alcune delle squisitezze prodotte da Nino, ma ciò che le rende così uniche è il metodo artigianale utilizzato dal Don. Per valorizzare la pasticceria, viene utilizzata una tecnica di canditura autentica e originale. Il processo inizia con la pre-canditura, in cui le scorze, dopo essere state abbattute e congelate, vengono scongelate immerse in acqua fredda per 48 ore, con ricambio continuo dell’acqua. Successivamente le scorze vengono bollite per 2 ore e reinserite in acqua fredda per ripulirle. Le scorzette vengono poi immerse in uno sciroppo con acqua, zucchero, glucosio e bacche di vaniglia. È a questo punto che inizia il processo per osmosi, in cui viene ridotto il contenuto d’acqua e gradualmente aumentato il contenuto di zucchero. Il livello zuccherino viene misurato giorno dopo giorno, ripetendo questo processo fin quando non sarà raggiunto un grado di circa 70 brix. L’intero processo occupa 12/13 giorni in totale. Freschi di premi dell’Accademia Italiana della cucina, Nino e Belkis hanno affascinato, emozionato e risposto ai ragazzi, entusiasti di questo confronto.
Proff. Roberta Caruso e Simona Siliotti